venerdì 10 giugno 2011

Donne e madri detenute

Ciao a tutti,
oggi vorrei trattare con voi il tema delle donne nelle carceri, e a volte queste donne sono anche madri. Le donne nelle carceri rappresentano una percentuale molto bassa circa il 4% del totale questo in quanto i reati commessi da queste ultime hanno solitamente il più basso grado di pericolosità sociale.
Nel giugno 2000 in carcere vi erano 15 donne in stato di gravidanza, 56 donne madri detenute e altrettanti bambini al di sotto dei tre anni negli asili nido delle strutture carcerarie. In questo caso si fa perdere la centralità dell'innocenza del bambino sacrificandola a favore dell'espiazione della pena del genitore. Questo avviene nel momento in cui il bimbo minore di tre anni non è affidabile o tutelabile all'altro genitore (ciò avviene in quanto spesso anch'egli è detenuto).
La madre e il figlio che si trovano in carcere vengono alloggiati in spazi a loro riservati: gli asili nido. Uno degli elementi essenziali del trattamento infatti è considerare la necessità di mantenere gli affetti familiari.
Esistono anche delle case famiglia che sono strutture residenziali che consentono di ospitare madri e figli in applicazione di pene alternative alla detenzione; queste strutture vengono finanziate dai comuni per mezzo di cooperative sociali oppure associazioni di volontariato.
Vi sono stati degli studi che hanno indagato sull'effetto della carcerazione sulle donne incinte e i sui figli di madri detenute al momento del parto o che hanno comunque subito una carcerazione: il periodo pre e post-parto è caratterizzato da momenti di grande ansia per la maggior parte delle donne, ma per coloro che vivono in carcere gli stress vengono amplificati, e viene amplificato il vissuto di inadeguatezza e di impotenza.
Altri studi arrivano ad affermare che pur essendoci un miglior esito di parti tra le detenute rispetto alla popolazione libera vi è anche una maggiore probabilità di parto prematuro.
È importante tenere presente che la rottura dell'unità familiare genitore-figlio-ambiente sociale è dannosa e può arrecare gravi e permanenti danni al bambino.
Inoltre nello svolgimento delle pratiche di affidamento ad altra famiglia o a una struttura di accoglienza devono essere attentamente valutate tutte le variabili che concorrono alla decisione; bisogna considerare le condizioni socioeconomiche dell'ambiente familiare, quelle di salute fisica e psichica della madre e il livello di astinenza dall'uso di droghe e/o alcol.
Se invece l'autorità giudiziaria decide di tenere il bambino in carcere dovrà essere fornita sia al bambino che alla madre ogni attenzione e assistenza; dovranno essere garantiti la frequenza gli asili nido territoriali, opportuni spazi di socializzazione, una concreta vicinanza dell'altro genitore o dei parenti e un appropriato controllo delle condizioni di salute.
Io personalmente penso che il rapporto tra madre detenuta e bambino debba essere mantenuto se non in caso di pericolosità per il bimbo; ogni bambino ha bisogno di sua madre ed ogni madre ha bisogno del proprio bambino; ecco perché penso sia importante sviluppare e migliorare sempre più le possibilità e l'organizzazione all'interno delle carceri di asili nido a disposizione di mamme e bambini affinché anche questi ultimi abbiano la possibilità di crescere con accanto la propria madre e seppur in una situazione di difficoltà, attuare un percorso educativo con accanto i propri genitori.
Voi cosa ne pensate riguardo?

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